mercoledì 4 dicembre 2013

fine giugno, ovvero circa quattro mesi prima



Mi ricordo che stavo svuotando l'armadietto, era tutto troppo in alto, come al solito cercavo sbadatamente di recuperare la mia tazzina senza spostare il resto. Avevo fatto male i calcoli. La tazzina l'ho salvata, quella sì, piccolina, bianca, con il logo di Starbucks, regalatami per Natale, dicembre 2009, Sharm. Il piattino, bianco, sbeccato, anonimo che so per certo che è servito anche come ciotola per il gatto in un paio di occasioni, ha avuto sorte peggiore. 

Insieme al piattino, nel casino di quel giorno, ho perso anche un segnalibro, direi il segnalibro. Il mio preferito, che rappresentava la Nana del Mantegna, che guarda con aria irriverente e superba dal suo balconcino, acquistato in una gita fuori porta a Mantova, anni e diversi chili fa.


Camera degli Sposi, A. Mantegna

Quindi segnalibro sparito, forse in qualche libro, più probabilmente dimenticato in qualche scatolone che ha abitato lo studio per i tre mesi successivi alla mia estate greca. Piattino rotto, nonostante la tazzina continui ad essere la mia preferita. Vestiti sul sedile dietro, mentre li lanciavo nella macchina di mio cugino, attaccapanni nei cartoni, la testa ed il mio futuro per strada, odore di piscio di cane agli angoli, meno male che non pioveva, se no sai che casino, butta tutto dentro, poi non so quando metterò a posto.

"Quando hai l'aereo?" 
"Tra due giorni, devo ancora fare tutto."
"Massì dai, fai solo bene, qui che stai a fare?"
 "Massì, boh, poi ci penserò, a quel che sarà."

Il massimo della conversazione, quel giorno di fine giugno. Sprecare il minimo del fiato, quel giorno di fine giugno. Il minimo dei pensieri, ma il massimo di quelli stronzi, quel giorno di fine giugno.

Quel giorno di fine giugno, è cominciata la mia  vitanumero.

E.






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